Indice

Guarda più in là del DOP: guida alle voci che non trovi

   

Nel presente «Dizionario» i vocaboli appartenenti a lingue che ado­perano alfabeti diversi da quello latino si presentano in forma traslitterata: a ciascuna delle lettere dell’alfabeto originario è fatta corrispondere, secondo regole costanti, una lettera dell’alfabeto latino, talvolta provvista di qualche segno diacritico, o più di rado un gruppo fisso di due lettere (digramma). La traslitterazione, a differenza della trascrizione fonetica, non serve di per sé a indicare la pronunzia delle parole a cui si riferisce, ma permette di ricostruirne la grafia originaria.

Così, lasciando da parte le lingue che usano scritture non alfabetiche, quali il cinese e il giapponese, e limitando le citazioni ai soli casi più fre­quenti, si danno in forma traslitterata i nomi sanscriti, hindi, bengali (scritti in caratteri devanagarici), quelli arabi, persiani, urdù (scritti in caratteri arabi), quelli ebraici (scritti in caratteri ebraici), quelli greci antichi e mo­derni (scritti in caratteri greci), quelli russi, ucraini, bulgari, macedoni, serbi (scritti in caratteri cirillici). Dei nomi greci antichi e moderni che siano registrati come tali (non dunque delle loro forme italianizzate, né dei loro adatta­menti e travestimenti) è data anche la grafia originale, separata da quella traslitterata per mezzo d’una sbarra obliqua.

Tra questi alfabeti diversi dal latino, ve ne sono due che per il lettore italiano hanno importanza di gran lunga maggiore degli altri, a causa dei loro stretti legami con tradizioni nazionali profondamente radicate nella civiltà europea: l’alfabeto greco e l’alfabeto cirillico. Di questi due si ritiene pertanto utile dare qui di séguito le tabelle delle traslitterazioni adottate.

   

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo